Non mi fermo, io mi formo (e aiuto gli altri)
Ormai da alcuni mesi stiamo attraversando un periodo storico davvero anomalo: l’arrivo del Coronavirus ha modificato radicalmente le nostre abitudini quotidiane e sradicato il modo di vivere che abbiamo seguito fino ad ora.
In un momento in cui gli hashtags che vanno per la maggiore sono #iomifermo e #iorestoacasa, ho deciso di essere una voce alternativa, forse un po’ fuori dal coro, e preferire invece il motto “non mi fermo, mi formo”.
Ovviamente già prima dello stop imposto per Legge dal Presidente Conte, avevo già interrotto le sessioni sia per le mamme che per i neonati. Prima di tutto, come già detto in altre occasioni, per me è fondamentale lavorare in sicurezza, sia mia che vostra. Con la situazione creatasi a inizio marzo, mi risultava davvero difficile pensare di riuscire a fotografarvi senza mettere a rischio la nostra salute.
Cosa ho fatto in questi mesi? Se siete curiose ve lo racconto. Avevo deciso di dedicarmi solo a me stessa e alla mia famiglia, di approfondire la mia formazione fotografica in modo da migliorare ancora le mie capacità tecniche in attesa della riapertura.. ecco, avevo deciso tutto questo ma alla fine non sono riuscita a farlo, la mia coscienza me lo ha impedito.
Se avete letto il mio “chi sono”, saprete certo della mia formazione e dei miei studi di Medicina e saprete degli anni passati ad aiutare le persone nei lunghi turni in Pronto Soccorso. Tutto questo è parte di me e non posso semplicemente metterci una pietra sopra e voltare pagina. Per questo motivo, al momento in cui è scattata la vera emergenza, ho deciso di portare avanti entrambe le cose e mi sono letteralmente sdoppiata in 4.
Ho continuato il mio “lavoro principale”, ovvero quello di mamma (anche se con grande aiuto dei nonni che vivono con noi e di mio marito), ho studiato fotografia durante ogni singolo momento libero, seguendo tutto il materiale online diffuso dalle migliori professioniste internazionali, ma soprattutto ho ripreso a fare il medico e mi sono messa ancora una volta al servizio della collettività nelle Unità Speciali.
Perché vi sto raccontando tutto questo? Cosa c’entra con la mia professione di fotografa?
Lo sto facendo perché, se sceglierete di affidare a me i vostri ricordi, voglio che sappiate chi avete davanti. E anche perché ci tengo a dirvi che, non appena la situazione nella nostra bella Italia ci consentirà di uscire nuovamente e di riprenderci, almeno in parte, la nostra quotidianità che tanto ci manca, io sarò lì per voi, per fermare i vostri sorrisi, la bellezza delle vostre curve in gravidanza, la dolcezza dei dettagli dei vostri figli. E se magari le mie capacità tecniche saranno cresciute leggermente meno di quanto avrei voluto, sicuramente la sicurezza e le competenze sanitarie nella gestione del rischio infettivo sono aumentate in modo esponenziale.
A cosa fare particolare attenzione per mantenere alti gli standard di sicurezza anche durante i vostri servizi fotografici?
E’ senz’altro importante sempre lavarsi bene le mani, per almeno 20-30 secondi, frizionando bene tra le dita, sul palmo e sul dorso; è molto utile indossare dei guanti (i più comodi per me sono quelli in nitrile che danno un effetto “seconda pelle” e al contempo proteggono); fondamentale la mascherina e su questo vorrei aprire una piccola parentesi per fare un po’ di chiarezza.
Esistono diversi tipi di mascherine e ormai tutti ne abbiamo viste a bizzeffe; vi spiego brevemente le differenze:
– Mascherine chirurgiche e mascherine in tessuto: chi la indossa viene potenzialmente raggiunto dall’80% circa delle particelle pericolose. Ma il soggetto che le indossa non infetta gli altri.
– FFP2 e FFP3 con filtro: chi la indossa ha bassa possibilità di contagiarsi ma è ad alto rischio di infettare gli altri se positivo al virus.
– FFp2 e FFp3 senza filtro o valvola: sono le protezioni più efficaci, in cui le percentuali di contagiarsi e contagiare gli altri quasi si azzerano. Ma sono anche quelle meno facili da reperire ma anche da portare, dato che se correttamente indossate rendono difficile la respirazione.
Nelle sessioni in ambienti chiusi è poi altrettanto fondamentale l’igiene dell’ambiente e la sanificazione dell’ambiente dopo ogni servizio: in studio andranno sempre tolte le scarpe o indossati dei pratici sovrascarpe (ma chi è venuto da me, già sa bene che le scarpe restano fuori dalla porta da tempo).
Nessun particolare problema per le sessioni in esterna, considerando che già abitualmente le svolgevo in luoghi isolati e con delle ottiche che, per loro caratteristiche tecniche, consentono di scattare a distanza con risultati a dir poco stupefacenti.
Anche con gli abiti e gli accessori, che abitualmente fornisco per i servizi fotografici di gravidanza e neonati, potete andare sul sicuro: ad ogni utilizzo vengono lavati e sanificati già da prima che comparisse all’orizzonte la minaccia del coronavirus. Ho sempre tenuto in modo particolare all’igiene!
La vostra sicurezza sarà sempre e comunque garantita e, ove questa condizione non si renda possibile, troveremo una soluzione alternativa o rimanderemo il servizio fotografico al momento in cui tutto potrà svolgersi in maniera ottimale per voi e per me. In caso di dubbi o per qualsiasi informazione, come sempre, sentitevi libere di contattarmi e vi risponderò appena possibile